Archeometria
L’archeometria, da anni un indispensabile strumento di indagine in campo archeologico, ha un ruolo strategico nelle ricerche scientifiche del LaPArs, con risultati importanti in ambito cronologico e dell’analisi della produzione artigianale.
Le datazioni al 14C ottenute su campioni provenienti dall’insediamento di Su Coddu/Canelles, lotto Badas, hanno fornito chiare indicazioni relative alla fine del Neolitico, quindi alla transizione Ozieri/Sub-Ozieri. Hanno inoltre confermato la gradualità di tale transizione, come emerso dai dati della produzione artigianale, dalle strategie insediative, dai dati paleo economici. Un ulteriore risultato è stato la conferma della seriazione ricostruita attraverso l’analisi tipologica (Melis 2000), che stabilì l’anteriorità del Sub-Ozieri sul Filigosa. Il riesame di tutti i dati cronologici disponibili per l’Eneolitico ha inoltre consentito la rilettura delle fasi cronologiche di Monte d’Accoddi.
Sul fronte della produzione artigianale, il ricorso alle analisi archeometriche è fondamentale per indagare le operazioni di selezione e preparazione delle materie prime poiché consente di caratterizzarle, fornendo una determinazione di provenienza e una oggettiva valutazione qualitativa. Ciò al fine di delineare il rapporto comunità-territorio in termini di mobilità e sfruttamento risorse e di operare una distinzione tra scelte funzionali e culturali. Dai risultati si attende inoltre la possibilità di riscontrare la presenza/assenza di relazioni costanti fra forme funzionali (es. nel caso dei recipienti ceramici: recipienti da fuoco, da stoccaggio, destinati a contenere liquidi, etc.) e materia prima impiegata. Per ricostruire l’economia delle materie prime argillose nell’insediamento di Su Coddu-Canelles (Selargius, CA) sono stati campionati intonaci, pani d’argilla/elementi modulari, terracotta non vascolare (es. pesi da telaio) e un numero rappresentativo di impasti ceramici. Le osservazioni condotte nel corso della selezione dei campioni consentono di redigere per ciascuno una “scheda impasto” che lo descrive in termini oggettivi e costituirà un referente per le ricerche future; tuttavia anche in questo caso risultano fondamentali la quantità di materiale manipolato e l’esperienza del ricercatore che effettua la selezione.
Nel campo della metallurgia alcune analisi archeometriche sono state effettuate allo scopo di verificare la presenza di attività fusoria in loco: il materiale scoriaceo rinvenuto nel lotto Badas, analizzato da Paolo Mulé al gas massa e da Paola Mameli in diffrattometria di raggi X su polveri (XRPD) e in microscopia elettronica a scansione (SEM), corredata da microanalisi EDS, non sembra derivare da fusione di metalli.